L’affascinante storia della Ferrari 250 GTO, una delle poche auto per le quali anche Enzo Ferrari provava un particolare affetto. L’evoluzione di un cavallo vincente.
Sembrerà strano ma a spingere Enzo Ferrari, sollecitato dal suo direttore commerciale Gerolamo Gardini, a dare il via al progetto della 250 GTO, fu il lancio della Jaguar E-Type al Salone di Ginevra del 1961. Non era tanto questa elegante e slanciata GT stradale a impensierire la Casa di Maranello, quanto l’eventualità di derivare da essa un modello destinato alle competizioni, facendo tesoro delle positive esperienze conseguite in precedenza con la D-Type. Enzo Ferrari, per la realizzazione della nuova vettura che si sarebbe chiamata GTO (da GT Omologata), diede l’incarico a Giotto Bizzarrini e alla sua ristretta squadra di tecnici, che avrebbe partecipato al campionato Gran Turismo 1962. Bizzarrini costruì un telaio a traliccio con una leggera struttura in tubi di piccolo diametro destinata a sostenere la carrozzeria in alluminio: il punto di partenza fu quello della 250 GT SWB a passo corto che aveva dato così tante soddisfazioni nelle gare disputate in tutto il mondo. Bizzarrini provvide però a spostare all’indietro e a montare il più basso possibile il V12 tre litri della 250 Testa Rossa Sport, con potenza di 300 CV.
Il prototipo della 250 GTO con telaio 2053 GT e con carrozzeria ancora grezza, ma in pratica con le linee definitive, fu presentato e provata in pista a Monza l’11 agosto 1961, in un momento d’intervallo delle prove per il Gran Premio d’Italia. Collaudatore d’eccezione Stirling Moss, che aveva ottenuto parecchie vittorie con le due Ferrari 250 GT SWB della scuderia di Rob Walker. A ricevere le prime impressioni, non del tutto positive, di Stirling Moss, c’era ovviamente Giotto Bizzarrini, il progettista. L’asso britannico aveva approvato la distribuzione dei pesi dovuta soprattutto all’arretramento del motore, il baricentro più basso e l’aerodinamica della carrozzeria realizzata da Sergio Scaglietti. Ma non rimase soddisfatto del ponte posteriore, che all’asso britannico non appariva saldamente guidato nei suoi movimenti.
Le prime due 250 GTO di produzione, con i telai 3223 GT e 3387 GT, furono approntate da Sergio Scaglietti con carrozzeria definitiva alla fine del 1961 e divennero pronte il 5 dicembre di quell’anno. Nel frattempo, Enzo Ferrari, per divergenze con Gerolamo Gardini, licenziò quest’ultimo assieme a Giotto Bizzarrini e ai suoi tecnici che avevano dimostrato di parteggiare per il direttore commerciale della Casa di Maranello. Ferrari incaricò allora il giovane ingegnere Mauro Forghieri, assunto di recente, di eliminare qualsiasi difetto della 250 GTO, specie per quanto riguardava il comportamento del ponte posteriore. E questi adottò supporti in acciaio per il carter del differenziale in fusione, sul quale erano ricavati gli attacchi per due coppie di Watt le cui staffe si collegavano direttamente ai longheroni principali.
Il 24 febbraio 1962, la 250 GTO con telaio 3223 GT venne presentata alla stampa specializzata assieme alle altre vetture Ferrari da competizione. Questa 250 GTO mancava dello spoiler posteriore e aveva il tappo del serbatoio per la benzina sul parafango posteriore sinistro anziché sotto il lunotto, sempre a sinistra.
Le 250 GTO ‘62 con posto guida a sinistra sono state 24, a cui si devono aggiungere le 8 con la guida a destra; un solo esemplare, quello con il telaio 4713 GT, venne dotato di carrozzeria tipo 330 LM Pininfarina, ma con il classico frontale delle GTO ‘62.
Nel 1964 si presentava la 250 GTO con una differente carrozzeria disegnata dalla Pininfarina, con la collaborazione di Mike Parkes, tecnico e pilota britannico giunto alla Ferrari alla fine del 1962. Gli esemplari di 250 GTO costruiti all’origine con la nuova carrozzeria (che ispirò poi quella della 250 LM a motore centrale) risultarono tre: la 5571 GT, la 5573 GT e la 5575 GT che fu l’ultima 250 GTO a essere prodotta in assoluto e che venne venduta l’11 maggio 1964. Altre quattro 250 GTO, uscite di fabbrica con la carrozzeria originaria del 1962 vennero dotate della carrozzeria tipo ’64: si tratta degli esemplari 4399 GT, 4675 GT, 3413 GT e 4091 GT.
Foto di Franco Varisco
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